Riflessioni di un formatore ed educatore alla guida

Non riesco a prendere sonno, un pensiero mi ronza nella testa come una fastidiosa zanzara. Un istruttore che non ha nemmeno un bocciato può definirsi un bravo istruttore? Nulla da fare, la risposta è sempre la stessa: no!

Cosa significa infine? Mi viene in mente sempre un’unica soluzione: aver trovato un metodo che tuteli me stesso dal fallimento ed omologare ogni singolo ragazzo a questo metodo. È un modo come un altro per alleggerire la giornata lavorativa attraverso schemi fissi che mi portano a risultati certi ovvero essere intoccabile agli occhi della critica.

Questa è la strada giusta? Non credo.

I ragazzi con cui ho il piacere di guidare mi insegnano singolarmente a capirli nella loro diversità. Dopo la parte formativa inizia il vero e difficile lavoro: l’educazione! Osservarli ed ascoltarli per definire il loro stile è la sfida che ogni istruttore deve saper affrontare. Questa scelta contiene imperfezioni? Certamente! Superando l’esame di guida guidano in maniera impeccabile? La loro guida contiene delle sbavature ma ciò non significa che questo sia un problema. Quest’ultima riflessione contiene il punto di chiusura del nostro lavoro ovvero stimolarli affinché proseguano da soli la crescita e continuino a volerlo fare, alla guida così come nella vita. Chi sarà più sensibile arriverà prima a migliorarsi ben inteso. 

Raramente intervengo sullo sterzo per modificare la traiettoria dell’autovettura durante la guida e lo stesso vale per il freno. In quei momenti, come con pacatezza e serenità, li induco alla riflessione, far tesoro delle emozioni che han vissuto in quell’istante ancor prima della riflessione tecnica correlata. In fin dei conti gli offro strumenti validi per auto valutarsi e sempre sanno dove hanno errato senza che proferisca parola (questo è un punto che mi rende orgoglioso!). I pochissimi bocciati hanno sempre avuto l’umiltà di capire lo sbaglio senza che dicessi nulla, con cognizione!

Non mi importa, ad esser sincero, se ho un numero irrisorio di bocciati, di cui annoto data, esaminatore e motivo (si capisce che ho dimestichezza con il Sistema Gestione Qualità), oppure che la media delle guide sia intorno a 13. Sono solo freddi dati che mi aiutano a migliorare ma, data la predominante componente umana, non sono la parte essenziale del nostro lavoro. Capire ogni singolo ragazzo è arduo, faticoso, anzi, molto faticoso tanto da privarti di tantissime energie a fine giornata lavorativa

Certo, ho scelto questo lavoro, non mi sono ritrovato a farlo come alternativa ad un’altra mansione più faticosa fisicamente etc etc., motivazione purtroppo optata da molti nel nostro settore.

Grazie a chi mi ha dato gli strumenti ed indotto alla  riflessione e a migliorarmi costantemente.

Buona notte.